Un Primo Maggio particolare: la lettera della Segretaria Generale della Cgil Torino, Enrica Valfrè

Viviamo un primo maggio particolare. Senza piazza, senza corteo. Ci manca questo momento collettivo; come ci è mancato in queste settimane il contatto fisico tra di noi, con le persone che rappresentiamo. Per noi, che tentiamo ogni giorno di ricomporre il lavoro frammentato e di costruire legami tra le persone, che sappiamo che solo insieme si ottengono risultati, è davvero difficile. Ma siamo sempre stati presenti, con le nostre delegate ed i nostri delegati, con i nostri servizi, con modalità nuove; perché di noi e del nostro lavoro, in questo momento di emergenza sanitaria, economica e sociale c’è tanto bisogno. La piazza del primo maggio è delle lavoratrici e dei lavoratori, soprattutto a Torino dove il corteo ogni anno è un momento di grande partecipazione. Per questo abbiamo pensato di costruire una piazza virtuale, dove ciascuna e ciascuno possa essere presente postando sui social la propria foto con un cartello #ripartiamodalavoro che riprende lo slogan che abbiamo scelto per il nostro primo maggio. L’emergenza sanitaria di queste settimane ha fatto vedere cos’è realmente il lavoro in tutte le sue diverse forme, la sua forza e la sua debolezza. La forza: pensiamo a tutte e tutti coloro che non si sono mai fermati, che lavorano nei servizi essenziali, che nonostante il rischio e la paura hanno garantito le cose fondamentali per tutti noi: la tutela della nostra salute, la possibilità di nutrirci. Infermieri, medici, operatori socio-sanitari negli ospedali e nelle strutture per anziani; chi fa le pulizie in quegli stessi luoghi; le lavoratrici dei supermercati; chi trasporta le merci; chi lavora nella filiera alimentare o nelle aziende che non si sono fermate. È grazie ad ognuna ed ognuno di loro che il paese ha potuto andare avanti, che l’epidemia non è dilagata, che non si è sfilacciato il tessuto sociale. La debolezza: pensiamo alle 180.000 persone che nell’area metropolitana di Torino sono a casa con gli ammortizzatori sociali; i più fortunati con l’integrazione dell’azienda o almeno con l’anticipo della retribuzione, seppure ridotta; molti ormai da due mesi senza reddito. Un’emergenza nell’emergenza: neanche con le banche si è riusciti a trovare una procedura veloce per non lasciare le persone senza alcuna protezione. Alcune aziende sono già ripartite, altre ripartiranno: per lavorare in sicurezza bisogna cambiare tante cose (distanze, protezioni, turni diversi); le imprese hanno fretta: e nonostante i protocolli che abbiamo firmato alcune sfuggono e mettono in pericolo non solo chi lavora, ma tutti i cittadini. Per noi la salute e la sicurezza sono al primo posto: questa emergenza deve essere l’occasione per riuscire a ridurre infortuni e malattie professionali che nel nostro paese sono un tributo ancora troppo alto pagato da chi lavora. In queste settimane abbiamo visto la fragilità del lavoro autonomo, delle partite IVA nelle quali spesso si trovano intrappolati tanti giovani, ed abbiamo compreso quanto sia necessario dare diritti anche a questo pezzo del mondo del lavoro. Soprattutto abbiamo visto che a Torino il lavoro nero e quello grigio sono diffusi (pensiamo agli ambulanti, alle assistenti famigliari, ai migranti irregolari); di colpo si sono trovati senza reddito; nuove povertà che si aggiungono a quelle già presenti. Per questo vogliamo ripartire dal lavoro, per restituirgli centralità e diritti. Lavoro sicuro, protetto, regolare, dignitoso. Che consenta di avere un reddito per vivere. Possibile per tutte e tutti. Avremo di fronte momenti terribili, e ancora non sappiamo se a Torino la fase 2 potrà davvero cominciare. Dobbiamo analizzare con realismo la situazione ma, proprio oggi che è il primo maggio, non possiamo rinunciare a guardare avanti ed offrire una prospettiva di speranza. È proprio nei momenti più difficili che si vedono le cose con più chiarezza: ed allora bisogna fare scelte coraggiose, rimettere in ordine le priorità. La tutela della salute è importante e prioritaria sempre, a partire dai luoghi di lavoro. Il lavoro, ogni persona che lavora, è un bene da proteggere. Anziani e bambini, che sono stati trascurati e dimenticati, sono la misura di una civiltà: prendersi cura di chi è più fragile è una priorità. Lo stato, a cui in questi giorni le imprese hanno chiesto aiuto e che ha messo in campo miliardi per tutelare l’economia ed il lavoro, dev’essere protagonista anche dopo. Servono investimenti pubblici ed anche assunzioni dirette da parte del pubblico. Nell’immediato è importante un reddito per tutti, ma non dobbiamo arrenderci alla mancanza di lavoro: per aumentare l’occupazione dobbiamo rimodulare gli orari nell’arco della vita, ridurre l’orario di lavoro a parità di salario; bisogna cancellare il sottobosco del lavoro (tirocini, volontariato, tanto lavoro irregolare o gratuito, soprattutto dei giovani). Ripartire dal lavoro vuol dire restituire diritti al lavoro, dipendente ed autonomo, come abbiamo provato a fare con la nostra proposta di legge per un nuovo statuto delle lavoratrici e dei lavoratori. Serve un unico ammortizzatore, facile da ottenere e che venga pagato velocemente. Occorrono subito risorse per casa, cibo, per combattere la povertà. E poi bisogna realizzare un grande piano per la ripartenza economica del paese: investire sul digitale, sulla connessione veloce, sull’utilizzo dei dati per favorire la crescita di tutti. È il momento, ora, di investire sulle produzioni compatibili con l’ambiente: industria ed edilizia devono essere protagoniste di mobilità, prodotti, città ridisegnate Bisogna moltiplicare le risorse per la scuola; serve una scuola che coniughi l’innovazione con il compito educativo, di coesione, di crescita e di pari opportunità per tutte e tutti. Per fare tutto ciò si possono trovare risorse con una nuova centralità dell’Europa e con una riforma del fisco che cancelli l’evasione e torni a rispettare la progressività prevista dalla Costituzione. Questo è il compito del sindacato. Ogni giorno siamo vicini a chi lavora, a chi cerca lavoro, a chi è senza reddito; ogni giorno, insieme, vogliamo immaginare e costruire un mondo rispettoso delle persone, dell’ambiente, della vita. Buon primo maggio!