Anche oggi a Nichelino – nella prima cintura di Torino – si è verificato l’ennesimo incidente mortale sul lavoro: questa volta, a perdere la vita, è stato il titolare di un’officina meccanica, di 72 anni.

Dall’inizio dell’anno siamo a 680 incidenti mortali: una strage senza fine!

Il cordoglio alla famiglia, pur doveroso, non è più sufficiente.

In primavera la Cgil, insieme a Cisl e Uil, aveva costruito una mobilitazione nazionale, in tutti i territori per chiedere una svolta, di fronte ad un dramma che la crisi rischia di far ulteriormente esplodere: la sicurezza diventa un costo, che passa in secondo piano rispetto al lavoro stesso.

La sicurezza nel lavoro non può essere in prima pagina solo a fronte di incidenti mortali, tanto più a Torino, dove ancora viva è la memoria della strage della Thyssen.

Proprio ieri, finalmente, questa emergenza è stata al centro del confronto con il Governo che ha preso in considerazione le proposte che da tempo facciamo, a partire dalla “patente a punti” per premiare le aziende virtuose e la richiesta di assunzioni di ispettori che possano davvero esercitare il ruolo di controllo preventivo nelle aziende, oggi molto aleatorio.

A questo proposito il Governo ha ribadito l’impegno a procedere ad oltre 2.000 assunzioni a livello nazionale.

Occorre fare in fretta per creare le condizioni effettive di un cambio di passo, possibile solo a due condizioni: maggior formazione per lavoratori e datori di lavoro e, appunto, più controlli che rompano quel senso di impunità che ancora caratterizza molti settori lavorativi anche a Torino.