L’università sia propulsore di uguaglianza sociale: cara Rettrice, stop alle ghettizzazioni abitative nella nostra città

Mia figlia non la farei vivere in Barriera, ho anche dissuaso amici dal farlo con i loro figli”: è questo il tenore delle dichiarazioni della Rettrice dell’Università di Torino, Cristina Prandi, riportate oggi su La Stampa di Torino.

Alla luce di queste dichiarazioni, temiamo che la Rettrice non tenga conto di alcuni dati che riguardano il costo dell’abitare sul nostro tessuto urbano: il costo medio al metro per un appartamento in affitto nella nostra città è di 12,40 euro/mq. Questo significa che il costo dell’affitto di un bilocale di 50 mq è di circa 620 euro al mese, che sale a oltre 1050 per un’abitazione di 85 mq.

Non solo: se osserviamo il costo degli affitti suddivisi per area, si passa dai 16 euro/mq delle zone del centro agli 8-10 euro/mq delle zone periferiche, e ciononostante è opportuno sottolineare come anche alcune aree considerate più periferiche (in particolare le circoscrizioni 5 e 6) hanno registrato un aumento delle quotazioni (+5% nel novembre del 2025).

A subire in maniera particolare i rincari dell’abitare nella nostra città, è la popolazione studentesca: si stima che su 120.000 studenti universitari, circa 1/3 sia da considerarsi fuori sede (area metropolitana, livello regionale, estero). Una domanda di affitti in crescita, anche in ragione del ruolo di attrattore esercitato dal sistema universitario torinese. Nelle zone maggiormente richieste dalla popolazione studentesca, come Vanchiglia, San Salvario, Nizza Millefonti, i canoni di affitto per bilocali oscillano tra i 700 e 800 euro al mese.

 

Scegliere di vivere nelle più lontane dal centro non è una scelta, ma diventa una vera e propria necessità economica per poter sostenere il percorso universitario. Per poter sostenere gli studi universitari dei propri figli le famiglie scelgono aree nelle quali gli affitti sono più contenuti. Indipendentemente dai consigli che la Rettrice dell’Università di Torino distribuisce agli amici e ai loro figli, ricopre un ruolo strategico nell’assetto delle istituzioni torinesi e dovrebbe essere impegnata a guardare alle crescenti disuguaglianze sociali che investono i molteplici fattori del diritto alo studio (di cui gli affitti sono una componente primaria) con una visione di prospettiva. Da anni organizzazioni sindacali, associazioni, istituzioni non solo denunciano ma sono impegnate a contrastare la povertà abitativa.

Sarebbe più consono al ruolo che ricopre impegnarsi in questa direzione, anziché rilasciare dichiarazioni che alimentano una visione ghettizzante di intere zone della città, della loro popolazione e delle difficoltà che migliaia di persone, per problemi di reddito, affrontano quotidianamente” dichiara Igor Piotto, Segretario della CGIL Torino.