PRONTO SOCCORSO DI CUORGNÉ: FACCIAMO CHIAREZZA
PRONTO SOCCORSO DI CUORGNÉ: FACCIAMO CHIAREZZA
Il pronto soccorso di Cuorgné è stato riaperto. Ed è una buonissima notizia. Lo è perché i cittadini del territorio potranno usufruire di un servizio di primaria importanza e lo faranno senza che sia stato privatizzato.
Ma riavvolgiamo il nastro, perché l’inaugurazione dell’8 gennaio, presenziata dal Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, è l’epilogo di una battaglia che ci ha visti protagonisti.
La chiusura del pronto soccorso risale al 2020 e, dopo varie battaglie, un anno fa viene aperto il cosiddetto PPI, servizio operante dalle 8 alle 20 solo per casi non urgenti.
Da quella parziale ed insufficiente risposta, abbiamo deciso di costituire un tavolo welfare composto dall’amministrazione comunale di Cuorgnè, i sindacati, i consorzi e la Città Metropolitana di Torino.
Un tavolo che ha avuto tra le priorità proprio la sanità, con l’obiettivo di riaprire con urgenza il pronto soccorso.
Dopo vari incontri, dibattici pubblici, lettere inviate alla Regione Piemonte, riunioni con l’ASl To4, azioni di volantinaggio per informare la cittadinanza e il progetto di organizzare una grande manifestazione pubblica di protesta, è arrivata la comunicazione della riapertura del servizio.
L’8 gennaio, Alberto Cirio – a 3 anni dalla chiusura del Pronto Soccorso, ma in piena campagna elettorale – lo riapre.
Un’inaugurazione, in pompa magna, raccontata diffusamente dai media.
Ma è necessario fare una precisazione, per completezza di informazione.
“La vittoria più grande in tutta questa vicenda, ottenuta grazie il lavoro svolto da tutti e il grande impegno profuso, è quella di aver impedito che il servizio fosse privatizzato – racconta Angelica Liotine, Responsabile Territoriale per la CGIL – riuscendo a tutelare quest’area del Canavese con le sue valli dichiarata “zona disagiata” che, per legge, deve essere dotata di un presidio ospedaliero operante h 24”.
“Abbiamo lottato per una sanità pubblica ed universale – continua Angelica Liotine che conclude – è un primo passo e promettiamo di monitorare ciò che accade nel territorio, in materia di sanità, e continueremo la nostra battaglia in vista delle case ed ospedali di comunità, delle Centrali Operative Territoriali, stabilite dal PNRR, perché servano realmente alle esigenze degli abitanti di questo territorio e non vengano privatizzate. Inoltre, daremo il nostro contributo all’interno del tavolo per affrontare altre problematiche che affliggono questa zona, come l’emergenza abitativa, il lavoro, servizi per gli anziani e l’istruzione”.