Il lavoro nella guerra totale 29 ottobre, 17:00 – 18:00 – Polo del ‘900 – Sala Memoria delle Alpi

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Il lavoro nella guerra totale
29 ottobre, 17:00 – 18:00 – Polo del ‘900 – Sala Memoria delle Alpi – via del Carmine 13, Torino

Primo incontro del ciclo di seminari dedicato a Il lavoro in tempo di guerra, che ripercorre l’evoluzione e i cambiamenti indotti dal secondo conflitto mondiale nel mondo del lavoro. La lezione di Claudio Dellavalle, presidente dell’Istoreto, traccerà una panoramica complessiva del fenomeno, con uno sguardo che spazia dall’Italia all’Europa, allargandosi agli Stati Uniti e all’Unione Sovietica.

Il lavoro nella guerra totale. A cura di Claudio Dellavalle
Ha un carattere più generale che avvicina il fattore lavoro la cui rilevanza cresce nel tempo nel teatro di guerra europeo e negli Usa. (Per il teatro di guerra del Pacifico il discorso è in parte diverso, ma non viene affrontato in questa sede). Nella fase iniziale il ruolo del lavoro nei singoli paesi in guerra si definisce a seconda delle strategie perseguite dai governi e dalle forze armate, ma anche in rapporto alle risorse economiche disponibili, alla capacità di orientarle con strumenti di gestione adeguati, oltre che ovviamente in rapporto alle vicende del confronto sul campo. Ma con l’entrata in guerra dell’URSS (agosto 1941) e degli Usa (dicembre 1941) la guerra europea si fa guerra mondiale. L’allargamento dei fronti di guerra e le prime sconfitte sul campo spingono il Terzo Reich a un sostanziale mutamento della strategia di guerra. È un passaggio fondamentale perché ha ricadute su ogni aspetto dello scontro e apre una fase nuova. Si passa dalla strategia che si era rivelata vincente nei primi tre anni di guerra (il blitzkrieg o guerra lampo), a quella che si definirà come “guerra totale”. Quest’idea di guerra senza limiti costituisce un salto, uno scarto che richiede alla Germania, ma anche a tutti gli altri paesi coinvolti, una ridefinizioni degli obiettivi, coinvolgendo fino in fondo la società e in primo luogo le strutture produttive. È un mutamento complesso ma decisivo, che implica una pressione fortissima su tutte le componenti del lavoro: una radicalizzazione dello sfruttamento, con derive drammatiche e disumane nei paesi dell’Asse; con le soluzioni “patriottiche” adottate dall’Unione Sovietica; con le tensioni, ma anche i riconoscimenti importanti nei paesi dell’alleanza democratica, in primo luogo Gran Bretagna e Usa, dove il ruolo giocato dal lavoro diventerà l’elemento sociale e politico imprescindibile del dopoguerra.

L’evento è realizzato nell’ambito del progetto integrato del Polo del ‘900 Lavoro e Partecipazione coordinato da ISMEL

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