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Non possiamo permetterci di subire il declino, vogliamo la rinascita di Torino

A diversi mesi dalla fiaccolata del 13 dicembre 2019, che ha “acceso i riflettori” sul declino della città, Cgil Cisl Uil Torino e Canavese proseguono il percorso avviato, alla luce del nuovo scenario e in vista di un autunno che si preannuncia molto complicato. Il 12 settembre i sindacati torinesi metteranno in campo una nuova iniziativa sindacale unitaria, per denunciare la crisi economica e le difficoltà di Torino e della sua area metropolitana, aggravate dall’emergenza Covid-19. “Non possiamo permetterci di subire il declino, vogliamo la rinascita di Torino, scrivere l’agenda per il futuro del territorio è una necessità non più rinviabile”, hanno sottolineato i segretari generali di Cgil Cisl Uil Torino, Enrica Valfrè, Domenico Lo Bianco e Gianni Cortese nella conferenza stampa di stamattina.
Lo scenario è drammatico: in questi anni si è assistito alla chiusura di molte aziende e alla perdita di migliaia di posti di lavoro. Negli ultimi dieci anni (2008-2019) il territorio ha perso 16mila occupati. Il lockdown ha comportato, per il Piemonte, richieste di ammortizzatori sociali e di indennità di disoccupazione (NASPI) per circa un milione di lavoratori su un totale di 1 milione 800 mila occupati. Secondo le previsioni degli industriali, il 30% delle imprese, soprattutto di piccole dimensioni, è a rischio chiusura. Se le previsioni di aumento del tasso di disoccupazione di 3-4 punti percentuali a livello nazionale si avverassero, l’area metropolitana di Torino pagherebbe un prezzo molto alto: oltre 30mila disoccupati in più.
Per Cgil Cisl Uil Torino “serve una visione unitaria e complessiva di Torino e del suo territorio, in grado di dare prospettive e di valorizzare sia le tradizionali competenze esistenti sia i nuovi settori produttivi e occupazionali”. Per il sindacato torinese occorre finanziare adeguatamente la sanità pubblica; utilizzare in modo più flessibile, veloce ed efficace i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea; avviare un piano di infrastrutture materiali e immateriali (scuole, raddoppio della metropolitana torinese, Parco della salute, della Scienza e dell’Innovazione); sostenere e qualificare il lavoro nel commercio, nel turismo, nella cultura e nei servizi; potenziare le politiche attive; valorizzare la popolazione anziana, promuovendo l’invecchiamento attivo e una nuova legislazione in materia di non autosufficienza.