App Torinomercati per il delivery: il comune ha perso un’altra occasione
In questi giorni il Comune di Torino, attraverso il Dipartimento Commercio, ha emanato un avviso pubblico riferito alla “Manifestazione di interesse di operatori commerciali disponibili a effettuare il servizio di consegna a domicilio (c.d. “Delivery”) dei prodotti dei mercati rionali, coperti e dei produttori, da inserire nell’app “Torinomercati” – Sezione Delivery.
Tale iniziativa, come si legge dagli organi di stampa, prende “ispirazione dei colossi della gig economy e prendendo spunto dalle multinazionali del food delivery…”.
È quantomeno singolare che questa iniziativa non abbia avuto almeno un confronto preventivo con le organizzazioni sindacali che tutti giorni hanno a che fare con le piattaforme di food delivery e misurano quotidianamente le loro prassi imprenditoriali e quali conseguenze ricadono sui ciclo-fattorini in termini di qualità del lavoro, di stabilità e di sicurezza.
Inoltre, occorre evidenziare che l’amministrazione della Città di Torino registra un ritardo inspiegabile nella condivisione con le organizzazioni sindacali di un protocollo sugli appalti, necessario dopo le modifiche apportate dalla legge, propedeutico ad individuare congiuntamente prassi di confronto, affinché l’appalto tuteli le lavoratrici ed i lavoratori in termini di un giusto salario, di rispetto delle norme sulla sicurezza e di strumenti di controllo che garantiscano legalità e applicazioni di contratti e leggi.
La Cgil in questi anni ha evidenziato più volte, negli incontri e nelle missive indirizzate all’Amministrazione Comunale, le condizioni di lavoro assolutamente inaccettabili in cui versano le lavoratrici e i lavoratori del settore.
Le piattaforme, con le relative app, determinano una condizione di precariato assoluto, sotto salario e tutele per la salute e sicurezza a volte inesistenti; tutti temi e problemi sottoposti all’attenzione del Comune, che oggi, potrebbero essere allo stesso modo prefigurate dai requisiti individuati nel bando.
Il Segretario di NIdiL Cgil Torino, Danilo Bonucci, dichiara: “E’ grave che il Comune, a fronte di tutte le denunce che NIdiL in questi mesi e anni ha portato a conoscenza dell’amministrazione, non abbia sentito la necessità di coinvolgere chi tutti giorni si scontra con la realtà complessa del settore del food delivery. Non è sufficiente citare nel bando in maniera assolutamente aleatoria il requisito di ‘svolgere l’attività nel rispetto delle leggi sul lavoro e sulla sicurezza’ oppure ‘non rispondere a qualsiasi titolo per eventuali responsabilità derivanti dal servizio di delivery’, pensando di assolvere così a tutte le responsabilità politiche oltre che etiche. Attendiamo con ansia di vedere chi sarà il vincitore della gara, magari sarà la stessa impresa operante attualmente nei mercati che, a seguito di una vertenza di NIdiL, è stata obbligata a riconoscere la giusta retribuzione e regolarizzare il rapporto di lavoro, oppure magari sarà quella, oggetto di esposto allo SPRESAL, per la totale mancanza di fornitura di dispositivi di prevenzione e delle visite mediche preventive e periodiche in favore dei lavoratori. Si è persa un’altra occasione!”
“Questo episodio rafforza la nostra perplessità sulla mancanza di volontà politica dimostrata finora dalla giunta ad arrivare ad una intesa sugli appalti, così come invece avvenuto in moltissimi comuni della Città Metropolitana. È chiaro che, stante la situazione attuale, è d’obbligo una riflessione su come tutelare le lavoratrici ed i lavoratori e quali iniziative a sostegno mettere in campo,” dichiara Elena Palumbo, Segretaria CGIL Torino.