Il tema vero dell’estrema destra è l’estraneità ai principi della Costituzione

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Assistiamo ormai, con una certa ricorrenza, ad un rituale dell’estrema destra – al governo della Regione Piemonte e del paese – che evidenzia l’estraneità ai principi, ai valori, alle radici della Costituzione.

La capacità di mettere insieme le parole è importante. Le dichiarazioni di Maurizio Marrone, assessore regionale, ancora una volta ci consegnano il profilo culturale di questo ceto dirigente. Questa volta l’occasione è la pubblicizzazione di un progetto che condurrà alcuni studenti delle superiori nel confine orientale del Paese per approfondire quanto accadde nella seconda guerra mondiale. Ma il tema non è il progetto. Possiamo dire che all’estrema destra delle foibe, del dramma che investì quella parte dell’Italia e persino del Vittoriale degli italiani interessa ben poco. Non solo, abbiamo ragione di dubitare che abbiano reale conoscenza di questi argomenti, ma troviamo sgradevole che si utilizzino in maniera strumentale vicende storiche che hanno determinato conflitti, lutti e drammi umani ancora oggi difficili da superare. L’aspetto ripugnante, da respingere, è l’utilizzo di questi drammi per contrapposizione e, magari, per assumere una visibilità mediatica finalizzata a mascherare il nulla.

Il tema vero è trovare un argomento da contrapporre alla Resistenza, evento fondativo della Repubblica e della Costituzione.

La sopravvivenza di una destra neofascista – che soffoca una destra liberale – rappresenta un fattore di distorsione ed inquinamento della vita democratica. Esultare per aver impedito un dibattito, rivolgersi all’opposizione con espressioni come “faccia tosta”, degradare studiosi con l’appellativo di “pseudo storici” (gli storici conservatori si tengono ampiamente alla larga dall’estrema destra) sono gli indicatori di una visione che intossica la cultura democratica.

Ovviamente la vicenda dell’intervento di Eric Gobetti, rivolto agli studenti dell’Istituto “Aldo Moro” di Rivarolo, non è chiusa, anche in ragione della libertà di insegnamento tutelata dall’art.33 della Costituzione italiana.

I giovani hanno bisogno di ideali puliti, di valori sani, di una idea di società fondata sul rispetto, sull’uguaglianza, sulla libertà. Per questo nell’80esimo della Liberazione continueremo a parlare di storia, di stragismo e di minacce alla democrazia.

Continueremo a parlare ai giovani di Matteotti, Galimberti, Di Nanni, Gramsci, di quel popolo di donne e uomini provenienti dal mondo laico e da quello religioso che sfidarono la prepotenza e la cultura della violenza in nome di una convivenza civile e democratica.