Ufficio immigrazione di via Ruffini: nuova giornata di disagi per i migranti
Nuova giornata di disagi e file interminabili per le persone migranti in attesa di documenti.
È successo oggi, nuovamente, fuori dalla sede di via Ruffini a Torino, a testimonianza che lo sportello – di vitale importanza per la permanenza regolare di uomini e donne sul territorio italiano – non riesce a garantire un servizio adeguato all’utenza.
Le ragioni alla base del malfunzionamento dello sportello sono diverse e le denunciamo da tempo.
Nonostante gli annunci, il sistema di prenotazione on line stenta a funzionare, portando uomini e donne a presentarsi di fronte agli uffici per ottenere un appuntamento, senza la certezza di ottenerlo.
Il personale amministrativo – precario e in scadenza di contratto – e quello della polizia di stato è insufficiente e opera in condizioni difficili per dare risposta alle domande provenienti, tanto che il percorso per il rinnovo del permesso di soggiorno arriva a durare mesi, quando non anni.
Non esistono figure professionali – come mediatori interculturali – che possano agevolare le richieste dei migranti, alle prese con un groviglio burocratico difficile da comprendere. Prendere un appuntamento con Prenotafacile è molto difficile e in alcuni casi impossibile. Sorte simile per mail pec inviate con urgenza, che non hanno ottenuto risposta.Elementi questi che costringono a riversarsi nelle code per ottenere risposte.
È evidente che la situazione, dopo anni di correttivi e risposte parziali – come dimostrato dalla sentenza del Tar del Piemonte che ha condannato la questura di Torino per il ritardo e il “silenzio” nella trattazione di una pratica per la regolarizzazione di un immigrato – debba essere affrontata nel suo complesso, apportando modifiche urgenti al servizio per garantire alle persone migranti quello che è – a tutti gli effetti – un diritto: vivere nella regolarità nel nostro paese.
Chiediamo, quindi, di informatizzare il percorso di prenotazione e presentazione delle domande, di garantire la presenza di personale adeguatamente formato ad indirizzare la gente in coda (mediatori interculturali e personale di Polizia adeguatamente formato) e di aumentare e stabilizzare l’organico amministrativo e di polizia, nonché chiudere la strada al traffico automobilistico e predisporre la zona con strutture adeguate, visto l’arrivo delle alte temperature.
Ci chiediamo, inoltre, a che punto sia l’iter di approvazione del protocollo condiviso in sede prefettizia a metà febbraio, con il contributo del sindacato e di altri enti, di cui ancora non abbiamo notizia. Uno strumento non risolutivo ma importante per agevolare le informazioni, supportare le persone migranti e garantire una migliore agibilità di un diritto ancora da conquistare: quello di vivere e lavorare nella legalità.
Il sindacato è pronto a fare la sua parte.
Uno Stato che si dichiari civile non può permettere che le persone migranti vivano e lavorino nell’illegalità, rischiando di essere recluse in un CPR, perché non è in grado di garantire un servizio.