La mensa è un momento educativo: a Chivasso si apra un confronto con le organizzazioni sindacali

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La mensa è un momento educativo

A Chivasso si apra un confronto con le organizzazioni sindacali.

La mensa è un momento educativo. Questo principio sarebbe sufficiente a chiudere una discussione che chiama in causa l’efficienza di un apparato amministrativo.

Se, come si legge dai mezzi di informazione, il comune di Chivasso registra un credito per 800mila euro di mancate riscossioni per la mensa scolastica tra il 2015 e il 2022 c’è da chiedersi quale tipo di strategia amministrativa abbia adottato l’amministrazione per recuperare queste risorse. Risorse, che lo ricordiamo, se questi sono gli anni di riferimento, rischia di non essere più esigibile.

Il secondo dubbio riguarda l’approssimazione con cui si è proceduto alla distinzione tra mancato pagamento per negligenza (i “furbetti” per utilizzare un’espressione diffusa) e mancato pagamento per morosità incolpevole: nei comuni che assicurano ampi servizi di supporto all’attività scolastica (meno cari di quelli offerti dal comune di Chivasso) la dichiarazione ISEE consente la riduzione del costo della mensa o in taluni casi l’esenzione. Se invece si considera il mancato pagamento per negligenza o dimenticanza si procede prima in via bonaria attraverso diversi solleciti e nel caso dovesse persistere il mancato pagamento ci procede affidando ad agenzie dedicate il recupero del credito.

Quella del sindaco di Chivasso è una scelta che mentre punta il dito su coloro che usufruiscono di un servizio ma non contribuiscono a pagarne i costi, mette in evidenza un sistema di controllo inadeguato. Talmente inadeguato da registrare un accumulo di crediti per 800mila euro in sette anni.

E la risultante di questa inadeguatezza del sistema amministrativo ricade su alunne e alunni di una scuola, alcuni dei quali vengono esclusi dalla mensa in base alla regolarità del pagamento di un servizio.

I servizi vanno pagati e un’amministrazione ha il dovere di garantire un’equa ripartizione dei contributi, ma in nessun caso si escludono bambine e bambini dalla partecipazione ad un momento educativo come è quello della mensa scolastica. A fondamento di questa affermazione c’è una legge morale e c’è un principio pedagogico.

I limiti di questa visione amministrativa sono ulteriormente rappresentati dal fatto che nonostante le numerose richieste di incontro, non si siano instaurate con l’attuale amministrazione relazioni sindacali di confronto. Ancora una volta, La CGIL chiede sia immediatamente convocato un incontro per individuare le modalità di intervento, nel segno dell’equità ma anche nel segno del valore dell’educazione scolastica.

Igor Piotto ed Elena Palumbo, Segreteria CGIL Torino