Lavoratore morto a Leinì: servono interventi urgenti perché il lavoro non sia una roulette russa
Ancora una volta un lavoratore perde la vita della nostra provincia, questa volta a Leinì. La vittima è stata travolta da un carro attrezzi, all’interno di un’autodemolizione.
Quanto sta accadendo nel nostro territorio, come nel resto d’Italia, delinea la gravità di un problema, quello della insicurezza dei luoghi di lavoro, che deve essere affrontato con urgenza e determinazione, perché non è più sufficiente parlare di fatalità: il lavoro non può essere una roulette russa.
I dati parlano chiaro: nei primi sette mesi del 2025 in Italia gli infortuni mortali denunciati sono stati circa 600, con un aumento del 5% rispetto all’anno precedente. In Piemonte la situazione è ancora più grave: +22% nello stesso periodo, con 44 morti. Numeri che mostrano una tendenza drammatica, che non accenna a fermarsi.
A questo si aggiunge un problema strutturale: mancano i controlli.
“Gli Ispettorati del Lavoro e gli Spresal sono sotto organico, al punto che molte aziende non vedono un’ispezione neppure una volta ogni vent’anni – dichiara Sarah Pantò, segretaria della CGIL Torino che sottolinea quanto la mancanza di controlli – produce impunità e alimenta una cultura che continua a mettere la produttività davanti alla sicurezza”.
“Quando la sicurezza resta confinata a un adempimento burocratico, a un corso fatto solo per obbligo o a un documento da archiviare, diventa rischio quotidiano. Non si tratta di fatalità, ma di un modello d’impresa che considera la fretta e il risparmio più importanti delle persone. La sicurezza, invece, significa attrezzature manutenute, dispositivi di protezione adeguati, formazione reale, ritmi sostenibili e diritto a fermarsi quando le condizioni non sono garantite” conclude Sarah Pantò.



