Chiude l’Ambulatorio di Via Ridotto CGIL e SPI Torino: scelta che creerà disagi tra la popolazione
La Regione Piemonte ha manifestato l’intenzione di chiudere l’Ambulatorio di via Ridotto a Torino, in favore dell’apertura della Casa della Comunità di via Cigna.
Decisione comunicata a mezzo stampa da Federico Riboldi, Assessore alla Sanità del Piemonte.
Una scelta politica che non condividiamo, sia nel metodo con cui si è scelto di comunicarlo che nel merito delle conseguenze che produrrà.
“Non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione sul tema, da parte dell’Asl Città di Torino, nonostante l’incontro del tavolo metropolitano sul PNRR che abbiamo svolto proprio ieri (16 settembre” dichiarano Elena Palumbo, Segretaria della Cgil Torino e Lucia Centillo, Segretaria dello SPI Torino.
“Le conseguenze di questa scelta politica sono diverse e non vengono affrontate con la dovuta preoccupazione – continuano Palumbo e Centillo, sottolineando le problematiche che si verranno a creare:
– lo spostamento delle attività avverrebbe verso un altro distretto, sguarnendo una zona popolare con forti bisogni di salute di una popolazione peraltro molto anziana
– a noi risultava un’ipotesi di spostamento su via Borgo Ticino, presidio nello stesso distretto e meno distante da quello individuato
– la struttura di via Cigna dista, come dichiarato dall’assessore, 2,7 km da quella di via Ridotto e impatta su una zona ad intenso traffico, sia pubblico che privato
– si privilegia, indirettamente, la sanità privata, considerando che nei pressi di via Ridotto operano strutture sanitarie private e convenzionate
– occorre potenziare la CDC ex Marco Antonetto e dei servizi domiciliari
– la struttura di via Cigna non è ancora operativa e ci vorrà ancora tempo per renderla funzionale, dotandola di tutti i servizi necessari, senza ridurre quelli delle zone attigue
“La ratio delle misure previste per la sanità nel PNRR impone un cambio di paradigma che deve mettere al centro il territorio, la prossimità, pensando a un nuovo modello di cure e di presa in carico delle e dei pazienti capace di integrare sanità e socio sanitario per garantire la prevenzione e la cronicità. Riteniamo che sia necessario un approfondimento ed un confronto prima di intraprendere decisioni che rischiano di ricadere sulla popolazione, allarmata da tali notizie e da tali modalità di comunicazione” concludono Palumbo e Centillo.