DI LAVORO SI MUORE, ANCORA

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Di lavoro si muore, ancora. E sono i numeri, estrapolati dalla banca dati dell’Inail, a fotografare la strage che, ancora oggi, coinvolge lavoratrici e lavoratori del nostro territorio.

Nel corso dell’assemblea pubblica tenuta oggi, organizzata dalla CGIL Torino e dall’associazione Sicurezza e Lavoro, dal titolo “Quali responsabilità penali per i RLS?” – alla quale, tra gli altri, ha preso parte Vincenzo Pacileo, magistrato della Procura di Torino – sono stati diffusi gli ultimi dati sul tema delle morti e degli infortuni nel mondo lavorativo.

 

Secondo la nostra ultima elaborazione, che prende in esame i primi 10 mesi del 2023 (da gennaio a ottobre) in Piemonte si registra un decesso sul luogo di lavoro ogni 4 giorni.

70 le vittime registrate, 30 delle quali morte in Provincia di Torino.

Una scia di sangue tragicamente in linea con i numeri segnalati nel 2022: nello stesso periodo si contavano 77 vittime in Piemonte e 37 delle quali nella città metropolitana.

 

Lo scenario a livello nazionale non è certo migliore, tanto che si contano 868 incidenti mortali nei primi 10 mesi di quest’anno. Quelli occorsi nella nostra regione rappresentano una fetta considerevole, pari all’8% del totale nazionale.

 

La strada da percorrere per costruire luoghi di lavoro sicuri è ancora lunga, se ai dati drammatici sopra descritti si aggiungono quelli relativi alle denunce arrivate all’Inail per gli infortuni.

Sempre da gennaio a ottobre, all’Inail sono pervenute in Piemonte 35.506 segnalazioni per incidenti, più della metà (18.323) nel territorio della provincia di Torino.

 

Federico Bellono, della Segreteria della CGIL Torino, dichiara: “ I Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza sono un decisivo strumento nelle mani dei lavoratori per contrastare un sistema dove, troppo spesso, la sicurezza è considerata un costo e non un diritto.

La recente sentenza della Cassazione che, per la prima volta, condanna un RLS  dopo un incidente mortale, rappresenta sicuramente un precedente pericoloso ma deve spingerci a chiedere maggiori strumenti, da dedicare a queste figure, per poter esercitare un effettivo ruolo di prevenzione nelle aziende. D’altronde la cronaca non concede nessuna tregua: a pochi mesi dalla strage di Brandizzo, continua la scia infinita di incidenti sul lavoro, com’è successo anche ieri all’Iper Gross di Poirino, dove un addetto al reparto macelleria è stato travolto da 50 quintali di carne”.

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